Lo stile di Reiser è anarchico e irriverente. Non rispetta niente e nessuno, calpestando allegramente ogni categoria ed ogni genere, infischiandosene del politicamente corretto e del buon gusto. Prende di mira innanzitutto l’individuo medio, con i suoi vizi e le sue piccolezze, ma anche la borghesia, che irride con ferocia, non risparmia vecchi e bambini, animali e minoranze, donne e uomini, maschilisti e femministe, non si salva nessuno.

Una madre single è una rinomata assassina sotto contratto che ha difficoltà per trovare l'equilibrio tra la sua vita personale e la sua professione.

Mentre i detective Nick e Audrey lottano per gestire la loro agenzia investigativa, si verifica un caso di ostaggio internazionale quando il loro amico Maharaja viene rapito durante il suo sontuoso matrimonio.

Dopo vent'anni di assenza dalla città natia, Monica ritorna nel midwest per prendersi cura di sua madre malata. Questo evento la porterà ad affrontare temi come quello dell'abbandono, l'accettazione, il perdono, l'invecchiamento. Un ritratto intimo di una donna e del suo mondo, fatto di dolore ma anche di tanto coraggio.

Sara, madre da poco tempo, si trasferisce a vivere in una fattoria assieme al marito Alex. Sta chiaramente lottando con la depressione post-partum ma la nuova condizione sembra peggiorare la situazione, dato che Alex è spesso via per lavoro e la zona è del tutto isolata. Inoltre, in passato tra quelle mura è avvenuto un fatto di sangue, concluso con un suicidio. Sara inizia ad avvertire strani rumori e suoni dietro le pareti e riceve visite da un vicino inquietante, che sembra essere a conoscenza di alcuni particolari macabri che riguardano la storia della casa.

Ben macdonald; mac lo scozzese; harp, il predicatore con la colt, e contessa, la sirena del paradise: quattro vite che si incrociano a tonopah, la città dell’oro, sorta sulla terra sacra degli apache e condannata a finire tra le “città silenti”.

In Hokkaido, la regione più a nord del Giappone, Sugimoto è sopravvissuto alla guerra russo-giapponese dell’epoca Meiji. Soprannominato durante la guerra “l’invincibile Sugimoto”, adesso inizia la sua corsa all’oro alla ricerca delle ricchezze che gli permetteranno di salvare la moglie di un suo commilitone morto durante la guerra. Durante la ricerca s’imbatte in alcuni indizi che lasciano presagire l’esistenza una riserva d’oro gestita da criminali corrotti. Accompagnato da una ragazza Ainu che ha salvato la sua vita messa alla prova dal terribile clima del nord, i due iniziano la loro avventura contro i criminali.

Ancora una raccolta di fumetti umoristici di Georges Wolinski; quelli di Chiamatemi George (Homerus 1971) raccontano le disavventure di un manganellatore e assassino su commissione, tra humor noir e demenziale. Luca Staletti, direttore dell’Arcibraccio firma l’introduzione, tra il 1972 e il 1973 Wolinski sarà uno tra i principali autori pubblicati dalla rivista satirica milanese.